Sarà che meglio che togli le foto da Facebook di quando eri ubriaco, leggi l'articolo...fonte Repubblica.it

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carmy91
view post Posted on 4/7/2009, 17:17




Sarà meglio che togli da Facebook le foto di quando eri ubriaco

La questione è sempre la stessa: essere visibili è bello, dà un senso di libertà, ma sei proprio sicuro che le fotografie di quando ti sei ubriacato con gli amici vuoi farle vedere sulla rete?

Su questo punto sarà meglio tenere un occhio su Facebook (link in inglese ma qui riassumiamo). Ieri l’azienda di Mark Zuckerberg ha tenuto una conferenza stampa per illustrare le prossime innovazioni, che ovviamente partono sempre dal sito USA per poi essere estese agli altri.

Jason Kincaid di Techcrunch, nel pezzo che abbiamo linkato sopra, dice che obiettivo dei prossimi cambiamenti di Facebook sarà quello di facilitare la diffusione dei dati delle persone sulla rete internet. Per questo motivo verrà predisposto una sorta di pannello di controllo all’interno del quale le persone saranno sollecitate ad autorizzare il social network a rendere accessibile il loro materiale dai motori. Techcrunch sostiene che l’utente viene spronato a rendersi pubblico con un linguaggio ambiguo - per esempio si usa il termine “visible to everyone”, dove quell’ognuno, cioè tutti, significa sui motori (per intendersi: fino ad oggi le pagine Facebook non sono state immediatamente “leggibili” dai motori di ricerca e quindi anche le castronerie dette e scritte potevano restare al suo interno).

In questo senso va la misura presa dal social network qualche giorno fa (inglese) per cui quanto viene scritto nello “stato” diventeterà subito disponibile sulla rete. E - come dice Kincaid - sulla rete significa su Google e su Google significa “per sempre”.

Tutto questo porta il giornale tecnico a parlare di “catastrofe della privacy alle viste”.

La questione ruota attorno - ma questa per Facebook non è certo una novità - alla comunicazione ambigua che viene data all’utente, cui non vengono spiegate con chiarezza le conseguenze delle scelte che vengono proposte. Come se fosse pubblicità ingannevole.

Sul piano industriale - quindi dell’interesse di Facebook e dei motori di ricerca - va compresa la tendenza a integrare i motori dentro le applicazioni di social network, in modo che il continuo flusso di dati sulle persone sia carburante per la capacità di fornire informazioni precise su chiunque e in modo sempre più preciso. Che non è detto che sia un male, ma ognuno dovrebbe avere la libertà di deciderlo per se stesso essendone correttamente informato. Personalmente penso che non lo sia, un male, ma io sono uno e nel mondo siamo in 6 miliardi. In un mondo perfetto non lo sarebbe. Ma lo è in quello dove, per dire, esistono gli uffici del personale che guardano su Facebook prima di assumere qualcuno. La questione chiave è sempre “saperlo” ed esser messi in condizione di decidere liberamente.

E capire una volta per tutte che la cultura dei giganti della tecnologia NON è orientata alla persona che usa, ma all’utente-oggetto. Non dovrebbero esser loro a decidere su come va trattata la vita della gente.
 
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